Le lettere di Ferruccio Busoni a Isidor Philipp a cura di Laureto Rodoni Casa editrice ISMEZ Roma

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LETTERA I1
Bologna,229 A[vril] 1914
Cher et très-honoré ami,
c’etait très-agréable de recevoir une belle serie epistolaire3de votre main, les livres4ensui-
te et les bonnes nouvelles sur le marché.
Vous ne pensez que à faire du bien.
C’est une manière d’agir qui contient en elle même la recompense.
Quoique celle-ci n’arrive que rarement de dehors, soyez neammoins assuré que vous
n’avez pas à faire avec un indifferent.
Vous n’êtes donc pas encore à Mentone,5comme vous annonciez?
Ça me fait esperer que vous soyez parfaitement rétabli de votre indisposition, qui m’a
rendu bien triste.
Le programme projeté de vos éleves6est beau à l’oreille du compositeur, mais celui-ci
demeure assez-objectif pour reconnaître l’abnegation qui l’inspire. J’en suis bien touché et
plein d’attente.7
Messieurs Br.[reitkopf] & H.[ärtel]8ont reçu tout de suite mon ordre selon vos instructions,
mais est-ce qu’ils vous ont envoyé le Concerto,9dont je vous ai fait adresser la partition?
Les deux premiers Concerts10 ici11 ont très bien reussi12. La Symphonie du Faust13 fut une
revelation pour la ville, qui c’était consacrée au rite Wagnerien,14 et qui fut bouleversée par
la decouverte de l’origine de plusieurs procedés du maitre preféré.15 L’arrangement du
theatre ‘Communale’ à salle de Concert presente un aspect de haute festivité et du meilleur
gout.
La scène est transformée en une seconde salle, qui complète, en parfaite unité architecto-
nique, la prémiere; avec des colonnes massives et de galeries practiquables (1), dont toutes
les places etai[e]nt occupées. (Ça date encore du célèbre Bibbiena!16)
Je vous salue très-affectueusement et suis votre dévoué
F. Busoni
A Chantavoine17 et à Pierné18 milles choses. Rappelez moi à Mlle Rackemann.19
1Lettera autografa (New York, Public Library). – Philipp e Busoni si incontrarono nei mesi che
precedettero l’inizio dell’attività didattica a Bologna (cfr. PREFAZIONE): dal 16 al 26 gennaio 1914,
Busoni tenne infatti a Parigi (alla Salle Erard il 20 e il 26) cinque concerti, tra cui due nei quali
Le lettere
una parte, come qualche mese dopo a Bologna (cfr. nota n. 13) era dedicata a Liszt. Fece di
nuovo ritorno nella capitale francese il 29 marzo per un concerto dedicato a sue composizioni.
All’inizio di aprile si trasferì a Bologna, dove rimase fino alla fine di giugno.
2Su Bologna, cfr. la lettera del 1º novembre 1915 all’amico ingegnere Emilio Anzoletti (cfr. nota n.
46 della PREFAZIONE eAPPENDICE I), scritta a Basilea (si noti l’interesse, che percorre tutti i carteg-
gi busoniani, per l’architettura: cfr. nota n. 137): «A Bologna il contrasto tra l’aspetto della popo-
lazione e quello delle facciate signorili ed ecclesiastiche stona al mio occhio penibilmente. Il
Sabbato, i tranvai, i cinematografi, gli affissi delle elezioni e delle corse, poi, introducono nuovi
intervalli dissonanti al disaccordo. Perché disturbare la solenne quiete di quel scenario storico e
non far sorgere nuovi quartieri, fuori del centro, con tutta quella disgustosa modernità, come la
si comprende in Italia, che stabilisce, che tutto ciò che è nuovo, è per forza inferiore all’antico.
Grazie a Dio abbiamo superato alquanto tali umilianti e paralizzanti concetti, e come sappiamo,
che nulla è perfetto, sappiamo pure, che tutto è perfezionabile» (Bergamo, Archivio privato). Sui
fratelli Emilio e Augusto Anzoletti, cfr. nota n. 56 della PREFAZIONE e le APPENDICI I eIV.
3Tra cui anche una lettera (senza data ma sicuramente del 1914) che contiene un amichevole bia-
simo per la scelta professionale decisa da Busoni: «Vous directeur d’un Conservatoire! Et surtout
de celui de Bologne, qui était une pétaudière du temps de [Marco Enrico] Bossi, à ce que m’a
raconté le pauvre Mugellini [collaboratore di Busoni per la Bach-Ausgabe, morto nel 1912]. Vous
Busoni, l’artiste libre, indépendant, l’ennemi des conventions et des préjugés de races ou de reli-
gions, vous directeur d’un Conservatoire! Je ne vois pas cela. Rappelez-vous ce que dit Swift:
‘Lorsqu’un homme de génie apparaît quelque part, on le reconnaît à ce signe: tous les cuistres
feront cause commune contre lui» (Mus.Nachl. F. Busoni B II, 3786). Inutile dire che le perples-
sità di Philipp erano tutt’altro che infondate. Cfr. PREFAZIONE, p. xy.
4Cfr. nota n. 142.
5In francese Menton, località balneare sulla Costa Azzurra.
6Su Philipp didatta, cfr. PREFAZIONE.
7Il programma comprendeva soltanto composizioni di Busoni, tra cui le sette Elegie (cfr. nota n.
187); la Sonata n. 2 per pianoforte e violino (cfr. nota n. 274), la Fantasia nach J. S. Bach (cfr.
nota n. 220), la Fantasia indiana (cfr. nota n. 57) per due pianoforti (cfr. Mus.Nachl. F. Busoni
B II, 3767). Nel programma Philipp inserì anche l’audacissima Sonatina seconda, KiV 259 (com-
posta nel 1912 ed eseguita per la prima volta, in un clima tempestoso, a Milano il 12 marzo
1913). Questa scelta dimostra le notevoli aperture in campo musicale di Isidor Philipp. Secondo
Roman Vlad, la Sonatina seconda, all’epoca, scavalcava, per modernità e audacia, tanto
Schoenberg quanto Webern (cfr. SERGIO SABLICH, Busoni, Torino, EDT, 1982, p. 173).
8Breitkopf & Härtel: gli editori di Busoni residenti a Lipsia. Negli ultimi mesi di vita Busoni nutri-
va nei loro confronti un profondo risentimento poiché sentiva di essere stato «vergognosamen-
te sfruttato e in gran parte derubato del guadagno di tutta la sua vita di lavoro» (cfr. Busoni, gli
ultimi mesi di vita. Diario di Gottfried Galston, a cura di MARTINA WEINDEL, trad. MATILDE DE
PASQUALE, Roma, ISMEZ, 2002, 18 IV 1924, p. 43). Cfr. anche EVA HANAU, Der Briefwechsel zwischen
Busoni und seinen Verlegern Breitkopf & Härtel, in Busoni in Berlin. Facetten eines kosmopo-
litischen Komponisten, hrsg. von ALBRECHT RIETHMÜLLER e HYESU SHIN, Wiesbaden, Franz Steiner
Verlag, 2004, pp. 35-45.
9Si tratta del Concerto per pianoforte, coro maschile e orchestra, op. XXXIX, KiV 247 (=
Kindermann Verzeichnis: cfr. JÜRGEN KINDERMANN,Thematisch-chronologisches Verzeichnis der
musikalischen Werke von Ferruccio B. Busoni, Regensburg, Gustav Bosse, 1980, pp. 222-225).
Il Concerto fu portato a compimento il 3 agosto 1904 e pubblicato nel 1906. La prima esecuzio-
ne ebbe luogo il 10 dicembre 1904 a Berlino: Karl Muck (1859-1940) era sul podio e il compo-
sitore stesso alla tastiera. A questo proposito Isidor Philipp aveva scritto a Busoni il 6 giugno:
«Pierné (cfr. nota n. 18) voudrait donner de vous une œuvre importante. Œuvre symphonique
plutôt. Le Concerto lui paraît trop long pour le public turbulent du Châtelait» (Mus.Nachl. F.
Busoni B II, 3792).
10 Busoni aveva già ricoperto il ruolo di organizzatore di concerti: si tratta dei concerti sinfonici
dedicati a musiche contemporanee o poco note che ebbero luogo a Berlino tra il 1902 e il 1909.
42 Ferruccio Busoni. Lettere a Isidor Philipp
Cfr. A proposito dei «Concerti sinfonici», I(1902) e A proposito dei «Concerti sinfonici», II (1908),
in BUSONI,Lo sguardo lieto, pp. 31-33 e 73-74; MARTINA WEINDEL, Busonis Berliner
Orchesterabende, in Busoni in Berlin, pp. 23-34; SABLICH, Busoni, p. 42 e APPENDICE I. – Nel 1906
già scriveva a Emilio Anzoletti: «Quasi tutte le città d’Italia mancano di concerti orchestrali siste-
maticamente organizzati. E di tutte nessuna mi soddisferebbe bastantemente per sceglierla sola
fra le altre. Perciò mi venne in mente il progetto d’un’orchestra italiana che provvedesse a tutte
le città principali, regolarmente, seguendo un sistema ben maturato. Una solida orchestra, ben
pagata, meglio del solito, anche per garantir la stabilità dei suoi elementi, ben preparata e for-
nita con dei programmi, senza pregiudizi di tempo né di nazionalità. Ci vuol poco. Del denaro
e un segretario intelligente ed attivo. Il resto và da sé. Bologna mi par propizia, Roma fornisce
un pubblico internazionale ed anche a Trieste sarei certo d’un successo. Firenze e Milano
dovrebbero associarsi, mentre lascerei Torino da parte, che ha già le sue tradizioni, fino a che
non mi desiderassero espressamente» (Mus.Nachl. F. Busoni B I, 35).
11 Il 22 e il 26 aprile. I concerti bolognesi furono complessivamente cinque: tre sinfonici (26 e 30
aprile; 6 maggio) e due sinfonico-vocali (22 aprile e 1º maggio). Furono eseguite composizioni
di Weber, Saint-Saëns; Liszt (la Faust-Symphonie e Mazeppa), Beethoven, Brahms, Mozart,
Berlioz, Bach e Busoni: di quest’ultimo la Suite da Die Brautwahl (La Sposa sorteggiata).
Orchestra bolognese della Società del Quartetto; Coro della Società Orfeonica; direttore d’or-
chestra: Ferruccio Busoni. Infine Egon Petri (cfr. nota n. 228) interpretò due Elegie di Busoni:
All’Italia e Turandots Frauengemach. Intermezzo (Elegie nn. 3 e 4 cfr. nota n. 187). A Philipp
Die Brautwahl piaceva molto: «J’ai relu Brautwahl. C’est toujours très-amusante. Hof[f]mann a
eu du génie... Mais ne vous figurez pas qu’on le connaît chez nous. Dans le temps, oui, on livrait
certains contes. Mais aujourd’hui!... Je crois qu’on serait intéressé par votre art. Ma conviction est
que si vous présentez vous[-]même votre oeuvre à Carré [cfr. nota n. 213; Carré era direttore
dell’Opéra comique], il y prendrait intérêt… Il a un cahier de charges horrible. Et nos composi-
teurs montrent toujours les dents lorsqu’on veut monter une oeuvre étrangère nouvelle
Rappelez[-]vous la levée de bouclier contre Puccini. Si vous aviez un éditeur puissant comme
Ricordi ou Sonzogno… cela serait un rude atout dans votre jeu» (Mus.Nachl. F. Busoni B II,
3787). Quest’opera fu da alcuni, anche in tempi moderni, criticata perché conterrebbe elementi
antisemiti. Già nel 1898 Busoni respingeva l’infamante accusa di essere antisemita in una impor-
tante lettera all’impresario Wolff (cfr. ill. n. xy). – Busoni nutriva una ammirazione sconfinata per
Hoffmann: il suo monumentale ciclo di racconti Die Serapionsbrüder (I confratelli di San
Serapione) in cui è inserito anche il racconto Die Brautwahl fa parte dei 100 libri più belli secon-
do la visione letteraria di Busoni: cfr. MARTINA WEINDEL, `The hundred Best Books’. Eine unveröf-
fentlichte Literaturliste aus dem Nachlaß Ferruccio Busonis, «Archiv für Musikwissenschaft», LIII,
1, 1996, p. 82 e STEVEN-PAUL SCHER, Eine Berlinische Geschichte: Hoffmanns Brautwahl in
Busonis Opernbuch?, in Busoni in Berlin, pp. 11-19. Nella sua biblioteca erano raccolte cinque
edizioni complete dello scrittore tedesco e oltre 50 volumi separati delle sue opere. Cfr. MAX
PERL, Bibliothek Ferruccio Busoni. Versteigerungskatalog Antiquariat Max Perl (Auktion 96 am
30./31. März 1925), Berlin, Max Perl, 1925, pp. 49-53).
12 Molto critico il giudizio che l’allievo di Busoni Guido Guerrini espresse su questi concerti: i pro-
grammi furono da lui giudicati «ostici e indigesti» e Busoni produsse «un’impressione poco meno
che disastrosa» come direttore d’orchestra (cfr. GUIDO GUERRINI, Ferruccio Busoni. La vita, la
figura, l’opera, Firenze, Monsalvato, 1944, p. 128; cfr. anche BUSONI, Lettere con il carteggio
Busoni-Schönberg, pp. 329-330, nota n. 1 e SABLICH, Busoni, p. 59). L’errore di Busoni, secondo
Sablich, consistette nel fatto che egli «volle elevare di colpo […] la vita musicale di una città ita-
liana, e sia pure di una città all’avanguardia come Bologna, al livello della sua sensibilità e della
sua cultura di stampo europeo: cosa ovviamente improponibile» (pp. 54-55). Un parere diverso
rispetto a quello di Guerrini espresse Dino D. Poli: «Mi ricordo della sua Settima di Beethoven,
piena di estro dionisiaco; dei Concerti di Beethoven e di Brahms per violino, suonati dal violi-
nista Serato; dei Concerti di Chopin e di Liszt per pianoforte, suonati magistralmente dal suo
allievo prediletto Egon Petri; degli incanti della Suite dalla sua Opera La sposa sorteggiata; del
grande poema sinfonico di Liszt, il Faust per coro, solo tenore e orchestra, solista il tenore bolo-
43
Le lettere
gnese Giuseppe Borgatti [...]. Indimenticabili serate per me, per Bologna e per l’Italia musicale.
[...] Certo le sue interpretazioni orchestrali potevano essere un po’ trascurate tecnicamente, ma
era indiscutibile lo stile e la penetrazione delle sue esecuzioni e il loro soffio magico. Non ho
mai veduto suonatori vibrare di tanto entrusiasmo come al suo sguardo, e la sua bacchetta, seb-
bene un po’ stanca, segnava il ritmo di un tempo sentito e trascinatore» (Pretesti musicali,
Edizioni del Milione, Milano, 1952, pp. 67-68).
13 Composizione di Franz Liszt per tenore, coro d’uomini e grande orchestra; essa risale al 1854 e
comprende tre ritratti orchestrali di altrettanti personaggi del Faust di Goethe: Faust stesso,
Margherita e Mefistofele. Come sottintende Busoni nella lettera a Philipp, la composizione con-
tiene momenti arditamente innovatori che ebbero un potente influsso sulla Musikanschauung
wagneriana e (anche in misura minore) busoniana. Cfr. in APPENDICE IV le note di Busoni su Liszt
e in particolare sulla Faust-Symphonie).
14 A Bologna ebbe luogo il 1º novembre 1871 la prima rappresentazione italiana del Lohengrin. A
seguito del grande successo, il 31 maggio 1872 il Consiglio Comunale di Bologna decise di insi-
gnire Wagner della cittadinanza onoraria. L’anno successivo si rappresentò Tannhäuser, nel
1876 Rienzi, alla presenza del compositore stesso, e nel 1877 Il vascello fantasma. Busoni era
profondamente, a tratti rabbiosamente, anti-wagneriano. Cfr. la lettera a Hugo Leichtentritt (suo
primo biografo) del 12-13 novembre 1915 (FERRUCCIO BUSONI, Lettere con il carteggio Busoni-
Schönberg. Scelta e note di Antony Beaumont, edizione italiana riveduta e ampliata a cura di
SERGIO SABLICH. Traduzione di LAURA DALLAPICCOLA, Milano, Ricordi - Unicopli, 1988, n. 210, p. 306)
e ad Hans Reinhart il 15 aprile 1917 (ivi, n. 259, p. 359), scrisse, tra l’altro: «[…] sia il wagnerismo
sia il cristianesimo mi sono estranei […] Gli dèi di Wagner mi lasciano indifferente […]». Galston
annotò nel suo Diario (Busoni, gli ultimi mesi di vita, p. 31) che Busoni non poteva passare sera-
ta senza attaccare Wagner in modo furioso e sprezzante. Ma il 5 luglio 1924, a poche settimane
dalla morte, fu costretto ad ammettere che «di Wagner non ci si libera» e «continua a essere il coro-
namento e la conclusione di ogni conoscenza» (ivi, p. 132). In gioventù, alla fine degli anni
Novanta, il giudizio su Wagner non era così categoricamente negativo: «[Wagner] non trovò,
come fè Dante colla Divina Commedia, come riuscì a Goethe col Faust, il soggetto di contenu-
to universale, atto ad assorbire e concentrare tutte le qualità d’artista ch’esso aveva in sé; ma le
distribuì nei quattro lavori dell’ultimo periodo [Tristan, Ring, Meistersinger e Parsifal], la somma
dei quali ci rende completa la personalità del suo genio» (BUSONI, Lo sguardo lieto, pp. 381-382).
15 Cfr. le lettere a Hugo Leichtentritt del 12-13 febbraio 1916 (BUSONI,Lettere con il carteggio
Busoni-Schönberg, n. 221, pp. 319-320). Il 20 ottobre 1916, Busoni cita un brano di una lettera
di Wagner a von Bülow: «È vero che, da quando conosco Liszt, ho adottato un’armonia radical-
mente diversa. Ma è proprio necessario farlo sapere al pubblico?» e chiosa: «Ma non soltanto l’ar-
monia, anche i temi e gli ornamenti di Wagner cambiarono dopo che ebbe conosciuto Liszt. [...]
Ho coniato allora il seguente aforisma: Liszt sta a fondamento di tutti gli edifici musicali moder-
ni e, in quanto fondamento, è sepolto sottoterra e rimane invisibile» (lettera a Vianna da Motta,
ivi, n. 249, p. 348-349). Cfr. anche BUSONI,Lo sguardo lieto, p. 351 (cfr. APPENDICE III). La scoper-
ta di Liszt avvenne nel 1883: «Le opere di Liszt divennero le mie guide e mi aprirono a una cono-
scenza intima della sua arte straordinaria, dal suo ‘movimento’ costruii la mia ‘tecnica’» (GALSTON,
Busoni, gli ultimi mesi di vita, p. 85.) Busoni possedeva una formidabile collezione liztiana: 76
volumi, tutte edizioni originali: si trattava sicuramente della collezione più grande e importante
del mondo. Cfr. Le edizioni delle opere per pianoforte di Liszt, in BUSONI,Lo sguardo lieto, pp.
315-343; SABLICH, Busoni, pp. 93-96; LARRY SITSKY, Busoni and the Piano. The Work, the Writings,
and the Recordings, New York, Greenwood Press, 1986, pp. 207-241; BEAUMONT,Busoni the
Composer, London and Boston, Faber & Faber, 1985, pp. 342-343.
16 Si tratta di Antonio Bibbiena, o Bibiena (1700-1774) che progettò e realizzò il Teatro Comunale
di Bologna tra il 1756 e il 1763: cfr. il volume di CORRADO RICCI, I Bibiena Architetti Teatrali
(Milano, Alfieri & Lacroix, 1915) che Busoni possedeva (cfr. PERL, Bibliothek Ferruccio Busoni,
p. 8). Sull’interesse di Busoni per l’architettura, cfr. ivi, pp. 7-8 e nota n. 137.
17 Jean Chantavoine (1877-1952), musicologo francese; a partire dal 1906 cominciò a occuparsi di
Busoni, di cui fu grande estimatore, come si evince dalla seguente recensione citata in ISIDOR
44 Ferruccio Busoni. Lettere a Isidor Philipp
PHILIPP, Le virtuose pianiste Busoni, articolo senza data e indicazione di provenienza): «Le jeu de
M. Ferruccio Busoni est, je pense, à l’heure présente, ce que l’on peut entendre de plus complet
et de plus parfait. Et c’est une rare fortune que cette adéquation absolue d’un interprète aux
œuvres qu’il interprète. M. Busoni possède une incroyable richesse de nuances et de “touchers”;
il passe de l’un à l’autre avec une subtilité tout ensemble et une précision qui donnent à son jeu
une étendue de perspective dont ceux-là seuls ont l’dée qui viennent de l’entendre. [...] Cet arti-
ste est celui qui, dans toute l’histoire de la musique, personnifie le mieux ledit instrument et cet
interprète domine peut-être (je dis “peut-être” pour ne désobliger personne) de haut tous ceux
de son époque; tout cela donne à un concert comme celui de M. Busoni une importance peu
commune et, du reste, une heure de perfection compte plus qu’un an de médiocrité». Cfr. inol-
tre MARC-ANDRÉ ROBERGE, Busoni et la France, «Revue de Musicologie», 82, 2, 1996, p. 277. Nel
1920 Chantavoine pubblicò un articolo su Busoni che ebbe grande risonanza, poiché fu tradot-
to in italiano, tedesco e inglese. (Cfr. MARC-ANDRÉ ROBERGE, Ferruccio Busoni, A Bio-
Bibliography, New York, Greenwood Press, 1991, p. 192.). Altri giudizi su Busoni interprete, in
ANTONIO LATANZA, Busoni pianista, in F. B. e il pianoforte del Novecento, a cura di MARCO
VINCENZI, Lucca, LIM, 2001 (Quaderni di Musica/Realtà, 50), pp. 129-141 (illuminante la testimo-
nianza di Heinrich Neuhaus, pp. 132-139).
18 Gabriel Pierné (1863-1937), direttore d’orchestra e compositore. Fu chef président d’orchestre dal
1910 al 1932 dei celebri «Concerts Colonne». Grazie al suo carisma, poté coragfgiosamente pro-
porre prime esecuzioni di compositori contemporanei: Claude Debussy, Maurice Ravel, Albert
Roussel, Igor Stravinski (di cui diresse la prima assoluta de L’uccello di fuoco). Aveva frequenti
contatti personali ed epistolari con Isidor Philipp in occasione dei Concerti busoniani a Parigi.
Philipp faceva da intermediario (o come egli stesso si definiva: «trait d’union») tra Pierné e
Busoni: per le date, i programmi, le partiture occorrenti, l’onorario...: «Dès que vous m’aurez
répondu, j’arrangerai tout. Il faudrait aussi savoir ce que vous voulez que l’on joue de vous chez
Pierné — et quelles sont vos conditions» (Mus.Nachl. F. Busoni B II, 3852). «En tous les cas ne
vous préoccupez de rien pour Paris — j’arrangerai tout». Fu anche decisivo nel promuovere le
opere dell’amico nella capitale francese: «Dites-moi aussi si vous voulez que j’organize encore
un concert de vos œuvres chez Érard. Ce sera fait avec joie» (Mus.Nachl. F. Busoni B II, 3863, 7
agosto 1920). Cfr. infine Mus.Nachl. F. Busoni B II, 3858, 6 giugno 1920: «Mon très cher ami, ne
vous tracassez pas. Je ne comprends pas que l’on ose refuser quoi que ce soit à un Busoni» Si
tratta probabilmente dell’esecuzione della 4ª sinfonia di Sibelius. Perentoriamente il 20 luglio
1920 Philipp gli scrive: «Écrivez à Gaubert (cfr. nota n. 316) pour la 4ème Symphonie de Sibelius.
Votre demande sera prise en considération» (Mus.Nachl. F. Busoni B II, 3860+a+b). Altrove scri-
ve: «Usez de moi en tout, cher ami, vous savez avec quelle joie je le fais et combien je me rejouis
de vous revoir» (Mus.Nachl. F. Busoni B II, 3887). Senza le pazienti mediazioni di Philipp, senza
la sua cortese ma ferma insistenza di fronte alle sfibranti esitazioni dell’amico, difficilmente
Busoni avrebbe avuto gli spazi musicali che Parigi gli ha sempre accordato. Non era certo facile
trattare con Busoni. Un piccolo sfogo di Philipp nel febbraio 1921, provocato dalla rinuncia di
Busoni ai concerti parigini (cfr. nota n. 425) lo dimostra: «Que de fatigue pour vous! Ici c’est une
déception générale. Toutefois avant tout votre santé» (Mus.Nachl. F. Busoni B II, 3877+a+b+c).
Per i concerti del 1922, la storia si ripete. Busoni non risponde alle lettere di Philipp nell’autun-
no del 1921. Questa volta il paziente pedagogo si dimostra irritato: «Je vous avoue que je suis
très-très ennuyé de n’avoir pas de réponse au sujet de Pierné. Lello (cfr. nota n. 320) me dit qu’il
veut aller à Londres. Ne pourriez vous arranger de venir à Paris pour quelques jours et de jouer
au Châtelait? Vous l’avez promis — pour remplacer les Concerts annoncés l’année passée. Il
serait utile de venir à Paris […] Ce n’est pas par égoïsme que je vous le demande, quoique ma
joie de vous voir serait grande. Mais parce que je sais combien l’on est nerveux chez nous. Vous
avez joué l’an passé à Berlin, à Londres, à Rome, tous les journaux en ont parlé. Et vous allez
éviter Paris de nouveau! Ne le faites pas: écoutez le conseil de quelqu’un qui vous aime frater-
nellement» (Mus.Nachl. F. Busoni B II, 3885+a+b). La risposta di Busoni giunge Finalmente il 3
dicembre (cfr. lettera LIII). Cfr. TAMARA LEVITZ, Teaching New Classicality – Ferruccio Busoni’s
Master Class in Composition, Frankfurt am Main, Peter Lang, 1996, pp. 47-48.
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