Nell’ Illusion comique, Corneille dà prova di tutta la sua libertà, sarà poi la querelle scatenata dal
Cid a indurlo a essere più prudente.
Grande disinvoltura rispetto all’unità d’azione.
Unità di luogo per niente rispettata: si passa dalla campagna della Touraine alla grotta di Alcandre,
spostamento che comunque determina un cambiamento di scena, e poi a una piazza di Bordeaux,
poi a una prigione e poi a un palazzo.
Unità di tempo interamente sacrificata: l’azione di cui è protagonsita Clindor è un flash back
rispetto al presente in cui agiscono e dialogano Pridamant e Alcandre, e anche all’interno
dell’azione di Clindor passano vari giorni tra un episodio e l’altro (il duello tra lui e Adraste,
spasimante di Isabelle, ad esempio e l’evasione di Adraste dalla prigione, e passano addirittura vari
mesi tra questa evasione e lo spettacolo di cui Clindor e Isabelle sono gli interpreti).
L’Illusion accumula come una sorta di sfida le irregolarità: ma è evidente che per praticare una
trasgressione così metodica e provocatoria, Corneille doveva conoscere benissimo le regole in
questione.
La sua idea è che la dottrina va conosciuta, ma che a partire da quella bisogna evolvere.
Gli argomenti corrispondono a quelli trattati, nel corso del secolo, dalla Querelle des Anciens et
des Modernes.
Condizioni della prima rappresentazione.
Pare certo che L’Illusion comique andò in scena al Théâtre du Marais, uno dei due principali di
Parigi, l’altro essendo l’Hotel de Bourgogne. Anche le sue pièces precedenti le ha fatte
rappresentare lì, e i successi facevano ombra all’altro teatro che era stato creato, e aveva avuto i
privilèges del Re, prima. Quindi il capo comico dell’Hotel de Bourgogne che si chiamava Bellerose
aveva chiesto una ridistribuzione degli attori e aveva ottenuto che fosse il re in persona, Louis XIII,
a operare in tal senso. Questo per farvi capire che politica d’intervento diretto del sovrano vigesse
rispetto alla vita del teatro. La volontà era quella di dominare direttamente. E siccome in base alla
ridistribuzione degli attori al Théâtre du Marais era toccato un attore molto bravo di nome
Bellemore che recitava da virtuoso la parte del capitano vanaglorioso, il Matamoro per l’appunto,
ecco che Corneille scrive l’Illusion comique pensando a lui.
Quanto alle scene – il décor – della prima rappresentazione, gli studiosi Lancaster americano e
Robert Garapon francese sono riusciti a ricostruirlo.