PARTECIPAZIONE COME SCIENTIA INTUITIVA LÉVY-BRUHL E
SPINOZA
In memoriam Stanislas Breton (1912-2005)
Francesco Saverio Nisio
P.U.F. | Revue philosophique de la France et de l'étranger
2005/3 - Tome 130
pages 323 à 333
ISSN 0035-3833
Article disponible en ligne à l'adresse:
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
http://www.cairn.info/revue-philosophique-2005-3-page-323.htm
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Pour citer cet article :
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Nisio Francesco Saverio , « Partecipazione come scientia intuitiva Lévy-Bruhl e Spinoza » In memoriam Stanislas
Breton (1912-2005),
Revue philosophique de la France et de l'étranger, 2005/3 Tome 130, p. 323-333. DOI : 10.3917/rphi.053.0323
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Distribution électronique Cairn.info pour P.U.F..
© P.U.F.. Tous droits réservés pour tous pays.
La reproduction ou représentation de cet article, notamment par photocopie, n'est autorisée que dans les limites des
conditions générales d'utilisation du site ou, le cas échéant, des conditions générales de la licence souscrite par votre
établissement. Toute autre reproduction ou représentation, en tout ou partie, sous quelque forme et de quelque manière que
ce soit, est interdite sauf accord préalable et écrit de l'éditeur, en dehors des cas prévus par la législation en vigueur en
France. Il est précisé que son stockage dans une base de données est également interdit.
1 / 1
Document téléchargé depuis www.cairn.info - - - 95.247.239.202 - 20/10/2011 11h32. © P.U.F.
Document téléchargé depuis www.cairn.info - - - 95.247.239.202 - 20/10/2011 11h32. © P.U.F.
PARTECIPAZIONE COME SCIENTIA INTUITIVA
LÉVY-BRUHL E SPINOZA*
In memoriam Stanislas Breton (1912-2005)
1. « J’avais l’ambition d’ajouter quelque chose à la connaissance scien-
tifique de la nature humaine en utilisant les données de l’ethnologie. Ma
formation a été philosophique, non anthropologique : je procède de Spi-
noza et de Hume plutôt que de Bastian et Tylor, si j’ose évoquer ici de si
grands noms » [Lévy-Bruhl, 1957, 413].
L’espressione che impiega Lévy-Bruhl per individuare la pro-
pria partecipazione alla tradizione filosofica è davvero forte : vanno
sottolineati tre dati, la processione, il numero tre, il verbo « oser ».
Spinoza, Hume e Lévy-Bruhl non formano di certo una trinità
oggetto di culto per alcuna chiesa, ma non può essere casuale
l’espressione in linguaggio teologico in un testo scritto da uno stu-
dioso ben ferrato in tema di « sens mysterieux du divin » [Lévy-
Bruhl, 1884, 250], di « mystique » [Lévy-Bruhl, 1938], acuto let-
tore di Pascal1. Eppure, Lévy-Bruhl osa.
Può sembrare a prima vista eccentrico questo riferimento auto-
biografico a Spinoza, e invece è proprio all’ebreo portoghese-olandese
autore dell’Ethica che dev’essere accostata la figura intellettuale di
Lévy-Bruhl per cogliere l’unità interna di un’opera ricca e prolifica.
Va subito detto che manca un testo nell’imponente Biblio-
graphie des œuvres de Lucien Lévy-Bruhl [Lévy-Bruhl, 1989] : a
ragion veduta, dato che quel testo rimase inedito, e continua ad
Revue philosophique, no3/2005, p. 323 à 333
* Qui si dà conto di un interrogativo nato in margine ad una ricerca
sull’opera del doyen Carbonnier. Nel gennaio 2003 domandai a Dominique
Merllié si vi fossero attestazioni di un interesse di Lévy-Bruhl per Spinoza : egli
mi indicò la lettera ad Evans-Pritchard. Lo ringrazio per la collaborazione
scientifica originatasi in occasione dell’elaborazione del presente articolo.
1. Sulla relazione fra Lévy-Bruhl e Pascal, cfr. Merllié, 1989.
Document téléchargé depuis www.cairn.info - - - 95.247.239.202 - 20/10/2011 11h32. © P.U.F.
Document téléchargé depuis www.cairn.info - - - 95.247.239.202 - 20/10/2011 11h32. © P.U.F.
esserlo. Si tratta di un articolo su Spinoza, scritto non più tardi
del 1880 dall’allora giovane professore di filosofia nel liceo di Poi-
tiers. Articolo che sarebbe stato in effetti il primo a comparire in
una Bibliographie la quale, prendendo avvio nel 1881 con un saggio
su Heine, si chiude nel 1949 con la pubblicazione postuma dei Car-
nets, senza che peraltro in alcun luogo vi sia menzione di un inte-
resse esplicito e diretto per Spinoza1.
Qualche elemento circa i contenuti di quel testo può unicamente
ricavarsi dalla cortese ed argomentata lettera di diniego alla pubbli-
cazione che Théodore Reinach scrive, nel novembre del 1880, a
nome del comitato di pubblicazione della Société des études juives,
editrice della Revue des études juives apparsa da pochi mesi col
primo numero. Si tratta di un articolo « sur la théorie des passions
dans Spinoza », considerata « en elle-même et pour elle-même, abs-
traction faite de ses [possibles] antécédents [la Kabbale, les doc-
teurs juifs du Moyen Âge, Descartes] ». Una teoria « éclairée,
fouillée, commentée » con un lavoro che ha « gagné en profondeur
et intérêt spéculatif » [Reinach, 2002, 7-8]2.
Al di là della vicenda in questione, che peraltro mostra quanto
precoce sia stato l’interesse verso l’autore dell’Ethica da parte del
giovane studioso, all’epoca ventitreenne, bisogna sottolineare come
la comprensione dell’intera opera di Lévy-Bruhl, e in special modo
la comprensione della sua unità interna, possa giovarsi del parallelo
condotto con Spinoza.
2. Lévy-Bruhl ha scritto due libri espressamente consacrati ai
temi etici : L’idée de responsabilité nel 1884, e La morale et la science
des mœurs nel 1903. Volumi che aprono e chiudono una fase precisa
della sua carriera intellettuale, la fase per così dire « pre-etno-
logica »3.L’idée de responsabilité è la sua prima monografia pubbli-
cata. I due volumi non sono però consacrati soltanto alla discus-
sione di temi morali, anzi tale topica, pur non assente nel primo, è
esplicitamente esclusa dal secondo. Capovolgendo un’espressione di
Lévy-Bruhl (« N’a-t-on pas cru longtemps que l’Éthique de Spi-
noza, en dépit de son titre, exposait plutôt une métaphysique
Revue philosophique, no3/2005, p. 323 à 333
324 Francesco Saverio Nisio
1. Due parziali eccezioni : nel 1894 Lévy-Bruhl pubblica separatamente
un capitolo del libro a venire su Jacobi, col titolo « F. H. Jacobi et le spino-
zisme » ; nel 1926 recensisce il libro di G. Cohen, Le séjour de Saint-Évremond en
Hollande et l’entrée de Spinoza dans le champ de la pensée française, Paris, 1926.
2. Elementi non sufficienti all’accoglimento di quel testo su una rivista di
« histoire du judaïsme » : a detta di Reinach, « même en interprétant ces ter-
mes dans le sens le plus large », era legittimo esprimere una valutazione sulla
« qualité de Juif » di Spinoza [Reinach, 2002, 7].
3. Sui libri di questa fase, cfr. Merllié, 1993 e 2002, Keck, 2004.
Document téléchargé depuis www.cairn.info - - - 95.247.239.202 - 20/10/2011 11h32. © P.U.F.
Document téléchargé depuis www.cairn.info - - - 95.247.239.202 - 20/10/2011 11h32. © P.U.F.
qu’une morale ? » [Lévy-Bruhl, 1903, 17]), si può affermare che
questi libri contengano maggiormente una teoria della conoscenza
dell’idea morale, invece che una qualsiasi teoria morale. Si tratta di
contribuire ad affrontare la « question essentielle, [...] le problème
capital peut-être de la philosophie [...], fixer les rapports de la
science et de la morale » [Lévy-Bruhl, 1894, 261], indicando i conte-
nuti possibili di una « science of morals » [Lévy-Bruhl, 1899, 81]
che sia « such knowledge of himself as man can obtain by reflecting
upon his own nature, his place in the universe and the destiny he
may expect » [ibid., 80].
Dato che « la nature nous oblige à penser » [Lévy-Bruhl, 1909,
617], è questa « the only science of real importance to man, the only
one which bears upon what is indispensable for him to know »
[Lévy-Bruhl, 1899, 81], almeno fino a che non nasca « l’homme qui
suspendrait son jugement sur toutes choses » [Lévy-Bruhl, 1909,
617]. Una scienza la quale, « carefully followed out, leads [men] to
the threshold of the true religion », e ciò sia che si abbia fede, sia
che la fede manchi : in quest’ultimo caso, appunto cercando « to
understand themselves, and if unable to do so, then to discover why
this is impossible for them. This is the only human means to bring
them nearer to salvation » [Lévy-Bruhl, 1899, 81].
Forse è esattamente questo il contenuto della « new science of
metaphysics » [ibid., 481] che, nella Conclusion della History of
Modern Philosophy in France del 1899, il Lévy-Bruhl storico della
filosofia auspicava quale contributo della Francia, e sua partecipa-
zione, al comune lavoro filosofico del futuro. Né è possibile esclu-
dere che egli stesse parlando anche di se medesimo in quel contesto,
dato che tutte le opere « etnologiche », e in più La morale et la
science des mœurs, erano a quell’epoca ancora a venire. Se « the old
forms of metaphysics – I do not mean metaphysics itself – [are] ten-
ding gradually to disappear », a motivo del « criticism » dei due
secoli precedenti, non è detto che da quel « criticism » non possa
venir fuori « a theory of knowledge, scientifically established, and
from this theory of knowledge, perhaps, a new science of metaphy-
sics » [ibid., 480-481].
Ecco esposto il programma che esprime il senso dell’affermazione
autobiografica iniziale, quella « ambition d’ajouter quelque chose à
la connaissance scientifique de la nature humaine en utilisant les
données de l’ethnologie ». L’intero progetto intellettuale dell’autore
può essere letto come parte costitutiva di una « new science of meta-
physics » posta sotto il segno del grande studioso della natura
umana, e dunque dell’etica, Spinoza. Uno studio condotto da
Revue philosophique, no3/2005, p. 323 à 333
Partecipazione come Scientia intuitiva 325
Document téléchargé depuis www.cairn.info - - - 95.247.239.202 - 20/10/2011 11h32. © P.U.F.
Document téléchargé depuis www.cairn.info - - - 95.247.239.202 - 20/10/2011 11h32. © P.U.F.
entrambi su base metafisica, visione sub specie aeternitatis « geome-
trica », « razionale », al contempo però non disgiunta dal sentire, la
« faculté des sentiments » [Lévy-Bruhl, 1894, 61]1.
« La raison selon Jacobi est donc divinatrice : c’est une révélation,
c’est une aspiration vers un absolu auquel nous croyons, sans le voir. [...]
“La faculté des sentiments”, disons-nous, est chez l’homme la faculté supé-
rieure à toutes les autres, celle qui seule distingue son espèce parmi les ani-
maux, et l’élève au-dessus d’eux, non pas en degré, mais en nature, c’est-à-
dire hors de toute comparaison. Elle est, en un mot, identique à la raison.
Ou bien, en d’autres termes non moins exacts : ce que nous appelons rai-
son, ce que nous considérons comme une faculté supérieure au pur entende-
ment (qui a pour unique objet la nature), provient exclusivement de la
faculté des sentiments. Comme les sens fournissent des données à
l’entendement dans la sensation, de même la raison lui en fournit dans le
sentiment » [Lévy-Bruhl, 1894, 61-62].
Questa è conoscenza di terzo genere, « adaequatam cognitionem
essentiae rerum », come si esprime Spinoza [Ethica, pars II,
prop. 40, scholium II]. Ed è anche, esattamente, la forma di cono-
scenza che Lévy-Bruhl descrive in più punti nell’intero arco della
propria produzione intellettuale. Alcune esemplificazioni : ne L’idée
de responsabilité, egli discute « l’idée commune de responsabilité » e
l’inestricabile rapporto che vi è in essa fra sentimenti suscitati dalla
condotta, « croyance » nella « participation » (o « solidarité »)
dell’intero uomo ai propri atti, e idea di responsabilità [Lévy-Bruhl,
1884, 1-8]. Ne La morale et la science des mœurs si legge, all’interno
del capitolo consacrato a Le sentiment moral : « Les sentiments et les
représentations sont inséparables les uns des autres » [Lévy-Bruhl,
1903, 224]. E ancora :
« En morale, les notions de bien, d’obligation, de mérite, de justice, de
propriété, de responsabilité, etc., sont des concepts d’une complexité
extrême, impliquant un grand nombre d’autres concepts, imprégnés de
sentiments et de croyances plus ou moins perceptibles à la conscience et à
la réflexion, chargés, en un mot, de tout un passé d’expériences sociales.
Clairs pour l’action, à qui la tradition en enseigne l’usage, ils sont étrange-
ment obscurs pour l’analyse scientifique » [ibid., 20].
Revue philosophique, no3/2005, p. 323 à 333
326 Francesco Saverio Nisio
1. Questa strada interpretativa, pur priva di riferimenti espliciti a Spi-
noza, è stata parzialmente esplorata da Fondane [Fondane 1940] in un testo
pubblicato sulla Revue philosophique, all’epoca diretta dallo stesso Lévy-Bruhl.
Il saggio venne edito in due parti a cominciare dal numero successivo alla
scomparsa di Lévy-Bruhl. L’avvertimento redazionale che apre l’articolo
espone concisamente i limiti nei quali l’interpretazione veniva accolta da parte
di Lévy-Bruhl. Invece Goldman si avvicina maggiormente a cogliere il tenore
reale di questa « science of metaphysics », ricollegandola appunto alla presenza
di Spinoza nell’opera di Lévy-Bruhl, anche se per via riflessa : « On peut même
avancer que Lévy-Bruhl éprouve de l’admiration pour Jacobi, à l’instar de
celle que ce dernier avait pour Spinoza » [Goldman, 1998, 11].
Document téléchargé depuis www.cairn.info - - - 95.247.239.202 - 20/10/2011 11h32. © P.U.F.
Document téléchargé depuis www.cairn.info - - - 95.247.239.202 - 20/10/2011 11h32. © P.U.F.
1 / 12 100%
La catégorie de ce document est-elle correcte?
Merci pour votre participation!

Faire une suggestion

Avez-vous trouvé des erreurs dans linterface ou les textes ? Ou savez-vous comment améliorer linterface utilisateur de StudyLib ? Nhésitez pas à envoyer vos suggestions. Cest très important pour nous !