Storia del pensiero politico 2011-12: Lezione Nadeau

Democrazia epistemica e
contestazione
Seminario tenuto da Christian Nadeau presso l’Università degli Studi di Pisa, 4 Maggio 2012
1. Negli ultimi anni sono stati pubblicati numerosi studi di scienza politica e di filosofia
politica inerenti le teorie sulla democrazia e, in modo più specifico, sulla democrazia
deliberativa. Un campo meno esplorato è quello della democrazia epistemica e più
precisamente dell’autorità accordata alle decisioni democratiche in ragione del loro
valore epistemico.
2. Dal momento che tali decisioni democratiche rappresentano il risultato di un processo
cognitivo comune, esse risultano essere più facilmente accettabili rispetto a quelle
decisioni prese con autorità o anche rispetto alle decisioni individuali.
3. Tuttavia, queste decisioni manifestano comunque un valore della democrazia che non si
limita all’imparzialità del processo democratico. Si potrebbe infatti concepire un
meccanismo decisionale assolutamente imparziale, come quello del kleroterion, il
sistema di estrazione a sorte presso gli antichi greci. Ora certamente avremmo, con il
kleroterion, un sistema imparziale, tale imparzialità non rende implicita l’efficacia del
sistema. Imparziale non corrisponde necessariamente ad efficace.
4. Il valore epistemico della democrazia dipende dall’importanza che accordiamo alle
scelte democratiche, più che al loro carattere imparziale per quanto cruciale questo
possa essere.
5- La questione del valore epistemico della democrazia e in modo specifico la
questione dell’autorità accordata alle decisioni democratiche in virtù del loro valore
epistemico (valore di verità o valore in termini di conoscenza acquisita in vista della
risoluzione di un problema), ha recentemente offerto alla comunità un ampio ventaglio
di lavori e ricerche che si interrogano sulla questione del rapporto sostanziale fra i
cittadini e le autorità istituzionali. (Christiano, 2008 ; Cohen, 2008 ; Dryzek, 2000 ; 2006 ;
Fung, 2004 ; Goodin, 2008 ; Estlund, 2007 ; Rosanvallon, 2006).
6- Normalmente consideriamo che le decisioni democratiche siano superiori per autorità e
per valore epistemico rispetto a quelle decisioni che vengano prese in modo autoritario
o dalle decisioni autoritarie. Noi ci sentiamo obbligati al rispetto delle decisioni
democratiche, innanzi tutto per il fatto che abbiamo contribuito alla loro
determinazione attraverso una nostra partecipazione diretta; e in un secondo ordine di
considerazioni per il valore accordato al processo cognitivo della democrazia che
rappresenta allora il modo migliore per risolvere insieme i problemi che ci toccano più
da vicino.
7- Il carattere epistemico della democrazia si palesa a partire dal valore intrinseco
alla democrazia stessa, che non si limita al meccanismo dell’imparzialità, dal momento
che, lo ribadiamo, potremmo ben concepire una procedura decisionale assolutamente
imparziale, come quella dell’estrazione a sorte, che non otterrebbe alcun consenso al
livello di efficacia procedurale (Goodin & List, 2001 ; Estlund, 2007 ; Sintomer, 2007).
8- Secondo le concezioni epistemiche della democrazia, una decisione democratica risulta
giustificata in misura minore dal rispetto dell’uguaglianza dei partecipanti e dell’equità
del processo democratico, che dal valore epistemico delle decisioni. Tale valore risulta
essere attribuito alle decisioni secondo procedure indipendenti dal processo
democratico: per esempio una decisione sarà giudicata utile dal gruppo secondo un
processo democratico, ma la valutazione dell’utili reale di tale decisione potrebbe
comunque essere oggetto di un processo indipendente.
9- Esistono molteplici possibilità di rendere conto del carattere epistemico della
democrazia. Ciò che è tuttavia importante sottolineare è il fatto che le situazioni
epistemiche ideali non si presentino tanto come un obiettivo da raggiungere quanto
piuttosto come un test cotrofattuale il cui scopo è la valutazione delle procedure
democratiche esistenti (Estlund, 2007).
10- Ne deriva che gli strumenti istituzionali non si pongano come fine ultimo la
concretizzazione di una situazione ideale, ma il fatto di assicurare che le esigenze
normative proprie di quest’ultima siano rispettate. In questo senso, la contestazione si
presenta come un meccanismo atto ad opporsi alle deviazioni delle procedure attuali.
11- Il modello epistemico della democrazia nasce dalle differenti critiche indirizzate ai due
più importanti modelli contrapposti della democrazia stessa: ossia il modello elettorale
e il modello deliberativo (Anderson 2006).
12- Critica al modello elettorale: in questo primo modello, teorizzato in origine da Hayek, lo
spazio democratico è limitato ad un processo più o meno perfezionabile di aggregazione
delle preferenze dei cittadini. Questo tipo di approccio ha portato a favorire la
formazione di gruppi interessati a far sì che i beni pubblici orientati ai loro propri
interessi, appunto, vengano sviluppati e promossi attivamente. Così facendo, questo
modello non prende abbastanza in considerazione il possibile cambiamento delle
preferenze individuali nel processo aggregativo.
13- Critica al modello deliberativo: in questo modello, teorizzato inizialmente da Habermas,
il passaggio alla decisione collettiva é rimesso seriamente in causa dal fatto che il voto
risulta totalmente dipendente dal processo discorsivo. Inoltre, la deliberazione,
affidando il “fardello della prova” a quanti criticano impunemente, può violare la
clausola dell’indipendenza dei votanti (Sunstein 2007).
14- Questi modelli ideali di democrazia si orientano verso delle soluzioni che possono
scivolare verso una delle due forme di elitarismo (meritocratico o epistocratico), oppure
verso un populismo maggioritario. In ogni caso abbiamo il rischio di vedere l’agenda
politica divenire vulnerabile all’arbitrio dei gruppi di interesse o di una meritocrazia
preselezionata, e dunque potenzialmente insensibile a certi interessi sotto-
rappresentati.
15- Ora, l’esperienza democratica nella storia, tende a mostrare (Ober 2008) che la
democrazia non sia solamente una struttura meccanica complessa di produzione di
norme collettive, ma che debba anche essere considerata come un meccanismo di
verifica di queste stesse norme (Rosanvallon, 2006; Pettit, 2004).
16- Il modello epistemico della democrazia vuole appunto focalizzare il processo
democratico su altri aspetti, ispirandosi ai cambiamenti storici apportati dai gruppi di
contestazione. Si vede dunque chiaramente il forte legame esistente fra la
contestazione e la democrazia epistemica.
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