DIALOGO INTERRELIGIOSO: PROSPETTIVA BIBLICO-STORICA
LA BIBBIA E LE RELIGIONI: INTRODUZIONE
Il ritmo che la Bibbia scandisce nel rapporto con l’altro è segnato costantemente
da una struttura binaria dove coesistono il lato universale (la volontà salvifica di Dio) e
quello particolare (Dio sceglie un popolo, nel Primo Testamento; Dio salva attraverso
Gesù-Cristo, nel Secondo Testamento). Tale ritmo è sintetizzato nel famoso testo della
prima lettera che Paolo scrive a Timoteo. Nel contesto della preghiera che Paolo rivolge a
Dio, ricordando i re pagani si legge:
«Questa è cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli
uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità. Uno solo, infatti, è Dio e uno
solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in
riscatto per tutti» (1 Tim 2,4-6).
Secondo il biblista francese Legrand l’elezione d’Israele, nell’ottica di Dio, non è
particolarismo e ancor meno esclusivismo, ma visione universale delle cose e del piano di
Dio poichè, se il Dio dell’elezione storica è anche il Dio delle benedizioni cosmiche
l’elezione non taglia Israele dalle nazioni, ma la situa in rapporto a esse1. Allo stesso
modo Senior e Stuhlmueller ritengono non definitive le risposte bibliche al problema delle
religioni, poichè alle posizioni d’ostilità si accompagna il riconoscimento della bontà
dell’esperienza religiosa dei singoli ‘pagani’ presenti in diversi scrittori biblici2. Rossano
prende le distanze sia dall’aut-aut Bibbia-religione inaugurato dall’Unglaube (incredulità)
barthiano e confermato dal Wesenlos (superstizione) di Bonhoeffer, che tanta influenza ha
avuto anche in ambito cattolico, sia dalla tendenza liberale della Religionsgeschichtliche
Schule, che con le sue intemperanze ha alimentato i timori di un livellamento tra il dato
biblico e quello della storia religiosa del Vicino Oriente mesopotamico. In tale prospettiva
mediana, l’esperienza religiosa umana autentica può – conclude Rossano – considerarsi
«preparazione provvidenziale» a Cristo nel quale gli uomini trovano la pienezza (cfr. NA
n. 2)3.
1L. LEGRAND, Il Dio che viene. La missione nella Bibbia, Borla, Roma 1989, 29.
2Cfr., D. SENIOR – C. STUHLMUELLER, I fondamenti biblici della missione, EMI, Bologna
1985, 479-481.
3P. ROSSANO, Dialogo e annuncio cristiano, 42-43.