Origene isaia

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Origene
OMELIE
SU ISAIA
Traduzione, introduzione e note
a cura di Maria Ignazia Danieli
città nuova editrice
Copertina di György Szokoly
Con approvazione ecclesiastica
© 1996, Città Nuova Editrice, via degli Scipioni 265 - 00192
Roma
ISBN 88-311-3132-X
INTRODUZIONE
1. I profeti, Isaia, Origene
Quando Ignazio di Antiochia lasciava la sua preziosa,
condensatissima testimonianza sul rapporto fra l’Antico e
il Nuovo Testamento, sul senso del tempio antico e
nuovo, sulla vicenda della Legge e della grazia, sulla
reciproca vivificazione della profezia e del Vangelo,
introduceva nella prospettiva aperta del pensiero cristiano
la considerazione dinamica dei profeti «amatissimi» 1,
protesi al Cristo in ordine al quale avevano fatto il loro
annuncio.
L’invitare a riconoscere i profeti come «diletti»
implicava considerare in essi il mistero della locuzione
pneumatica di cui erano stati portatori, e cogliere altresì la
scelta, l’amorosa elezione divina che ne aveva fatto
persone nuove, in grazia di quella pienezza che essi
anticipavano nello Spirito, toccando il Verbo con la loro
fede, e vedendo e intendendo non per sé, ma per il
popolo cui erano mandati, le parole di Dio.
Si può dire che la «lezione di Ignazio» resta
fondamentale per la lettura dei profeti nei primi secoli della
1Ignazio di Antiochia, Ai Filadelfesi IX, 2, in Lettres (P.Th.
Camelot), SC 10, Paris 1969, p. 128.
Chiesa antica: la vita, l’opera, il martirio dei profeti
«diventano la prova inconfutabile per dimostrare allo
stesso tempo il dinamismo e l’unità dell’economia divina e
ciò grazie alla centralità di Cristo che è visto sia come
l’annunziato sia come il realizzatore di ogni profezia» 2.
Ci dice Origene: «Che cosa significa che “non c’è
(parola) come questa parola”? Ci sono molte parole, ma
“non come questa parola”. Poiché non c’è più “parola”
dopo la “parola” di Mosè, dopo la “parola” dei profeti,
molto più ancora dopo la “parola” di Gesù Cristo e dei
suoi apostoli» (Om Is VII, 4).
Accostandoci ad Origene, potremo leggere molto
della realtà profetica – nell’essere e nel messaggio dei
profeti –: «(Si dice in Isaia:) “Ed ora il Signore mi ha
mandato assieme allo Spirito di lui”… E quindi, dopo che
fu mandato il Salvatore, allora fu mandato lo Spirito
Santo, affinché si compisse quel che era stato detto dal
profeta… Si legge che (i profeti) hanno avuto qualche
visione soprannaturale, o hanno udito la voce del Signore
o hanno veduto i cieli aprirsi… Colui che indaga più a
fondo su questo argomento, potrà dire che secondo la
Scrittura esiste in certo modo un sentimento divino (e)
che le specie di questo sentimento sono: una vista
capace di vedere oggetti di natura più elevata di quella
corporea… un udito appropriato a voci diverse… un gusto
che riesce ad assaporare il pane vivente… un odorato
(per percepire) quel “buon odore di Cristo a Dio”… un
tatto (per toccare) con le mani il Verbo della vita… I beati
6Introduzione
2Quanto viene qui riferito ad Ireneo rispecchia nella sostanza la
prospettiva che dei profeti ci offrono i Padri; cf. voce Profeta (A.
Hamman - M. Marinone - M.G. Mara), in Dizionario Patristico e di
Antichità Cristiane (DPAC) (A. Di Berardino), II, Casale Monferrato
1984, 2914ss.
3Origene, Contro Celso (C Cel) I, 46.48 (A. Colonna), Torino
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